giovedì 12 giugno 2008

DISCIPLINA


Ho deciso di dedicare una riflessione a questa parola; parola tanto in disuso, forse perché considerata obsoleta e da qualcuno, affetto dalla malattia (o dal complesso) dell’autoritarismo, fascista. Perché?

In realtà se vogliamo viaggiare a mente sgombra e riflettere – senza preconcetti – possiamo anche “scoprire” che questa parola non solo può essere utile, ma può essere anche … bella. Certo se siamo arrivati al punto in cui siamo, non basta rifletterci su, bisogna anche fare qualcosa per insegnarla ed … applicarla.

Per poter abbracciare per intero il concetto, mi servo del vocabolario e rifletto sulle varie sfaccettature del significato. Intanto l’etimologia. La parola è legata al latino “discipulus”, discepolo, e a “discere”, imparare.

Sembrerebbe già da qui che la “disciplina” non sia una forma di imposizione, bensì di apprendimento.

Andiamo oltre.

Il primo significato mi dice che la disciplina è “il complesso delle norme che regolano la vita di una collettività, che sia religiosa, scolastica o militare”. Di società qui non si parla, ma di istituzioni che della società fanno parte. In più si introduce un altro concetto “l’osservanza” – e sottolineo – “senza riserve” di tali norme. In questo primo significato di “disciplina” quindi, due sono gli elementi importanti: le regole da rispettare e l’osservanza senza riserve.

Nel nostro percorso di crescita culturale, scolastica, etico, in questi ultimi 40 anni ci hanno insegnato sì che potevano esistere (o esistevano veramente – e già qui il dubbio!!) delle regole; regole che, ci si diceva, non solo potevano non essere giuste, ma potevano essere proprio sbagliate. La nostra crescita ha camminato su un binario ai lati del quale da una parte ci si insegnava qualcosa, dall’altra parte qualcuno ci diceva, no, non lo mettere in pratica perché è sbagliato! Figuriamoci se eravamo così scemi da dire “osservanza senza riserve”!! non se ne parla proprio!!! Sarò mica matto.

Secondo significato. “Nell’esercito (…) reparto nel quale vengono assegnati per “punizione” i militari colpevoli di gravi mancanze (…) e nella pubblica amministrazione, organo incaricato di proporre o irrogare sanzioni disciplinari”. Qui la disciplina diventa un meccanismo “correttivo”, un voler insegnare a chi ha sbagliato, il corretto comportamento. Le sanzioni “disciplinari”. E già questo può dare fastidio a qualcuno. “Io non sbaglio. Ma se dovessi sbagliare mi correggo da solo”, la disciplina qui è intesa come una “punizione”.

Andiamo avanti. Terzo significato. “Dominio dei propri istinti, impulsi, desideri, perseguito con sforzo e sacrificio, come “norma di vita” etica o religiosa per il raggiungimento del bene e della perfezione attraverso il superamento dell’egoismo individualistico….!”

E qui potremmo aprire un infinito sproloquio sui valori del nostro vivere civile ma lo risparmio a me stessa e a chi legge.

I rimanenti significati confermano con varie sfumature i concetti precedenti:

  • Impegno assiduo, esercizio, pratica costante
  • Materia d’insegnamento e studio
  • Nel linguaggio sportivo le prove riferite ad una particolare specialità
  • Educazione, direzione, guida
  • Il flagello degli asceti per percuotersi e, per assonanza, penitenza e castigo

Perché ho fatto questa panoramica? Perché dobbiamo sinceramente renderci conto che nella nostra attuale organizzazione sociale italiana non esiste nessun tipo di vera disciplina. Ammesso che il valore sociale “disciplina” si componga di un po’ tutti gli aspetti che abbiamo elencato , se la disciplina fosse intesa in modo positivo dall’individuo, si potrebbe avere il piacere di applicarla, insegnarla e rispettarla. Il problema è piuttosto: visto che attualmente non abbiamo un sistema di valori, quali valori metteremmo in questa “disciplina””? Senz’altro di valori ne avremmo tanti da rimettere finalmente in gioco. Il primo (e forse basterebbe intanto avere almeno solo questo) è il “RISPETTO”, il più importante, da solo potrebbe già sostenere un apparato di valori. Altri valori ne sarebbero attratti come da una calamita e si potrebbe ricostituire un sistema. L’ho scritto maiuscolo, il RISPETTO, perché è un valore che dobbiamo cominciare a riscrivere. Ripartendo dall’A-B-C. La disciplina è un meccanismo ma anche una filosofia: ci aiuterebbe a vivere più felici e ad apprezzare di più la nostra vita sociale e civile, a sentirci, con il piacere di esserlo, “disciplinati”.

Il lavoro è titanico, siamo alla frutta, perché chi è più “indisciplinato” di tutti sono proprio le istituzioni e, per diritto d’autore, la politica che le amministra.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

dovresti cambiare i colori dello sfondo

Unknown ha detto...

E? molto bello lo stile del blog
Complimenti
Luca