lunedì 22 febbraio 2010

Sanremo Jamais DéJà-Vu



Le luci si accesero sul palco del Casinò ed entrarono i tre presentatori impeccabili: Mike Bongiorno, Nunzio Filogamo e Renata Mauro. Una serata d’eccezione: erano convocate presenze significative per dare lustro al Festival, per rinverdirne i fasti e cancellare il brutto ricordo delle ultime edizioni. Perché… non si butta niente e a questi grandi ospiti era affidato il compito di interpretare le canzoni vincitrici degli ultimi quindici anni. Queste canzoni purtroppo nessuno se le ricordava più, quanto di meglio che una passerella di grandi voci per rivalutarle? Forse erano veramente belle ma nessuno aveva più orecchie per accorgersene. Così riproporle nell’interpretazione di voci immortali, chissà che questi stessi cantanti non fossero capaci di resuscitare i… morti, quelle canzoni prive di vita, prive di ispirazione, di fantasia, di passione, di anima. Insomma prive di tutto. Anche di musica. Ma si sa i grandi fanno miracoli. La rassegna era patrocinata da due mostri sacri: Ezio Radaelli e Gianni Ravera. La scenografia era semplice ma molto retrò: i vecchi festival di Sanremo, uno sfondo tenue e vellutato color panna, con fiori in apposite aperture alle pareti e a terra, e a contornare il palco una cornice di velluto rosso porpora. Mike Bongiorno inizia con la consueta e garbata professionalità e presenta i suoi partner: “Vicino a me un veterano della conduzione televisiva, forse un mio antesignano, anche se io a un certo punto, gli ho dato una pista (consueta gaffe)” Filogamo con il sorriso scheletrico perennemente stampato rispose con il suo “Miei cari amici vicini e lontani, buonasera ovunque voi siate; io ho questo, e tu che cos’hai Mike?” “Io ho: Allegriaaaa!!!!” e qui si inserì elegante asciutta e professionale come sempre Renata Mauro. “Naturalmente questo antagonismo è del tutto scherzoso, e Mike e Nunzio non hanno motivo di essere se non amici veri e solidali, sicuramente affezionati colleghi….”. Ma sì, Renata, passiamo a presentare il programma della serata, Turchetti, fiato alle trombe……” “ Ma Mike – risponde Nunzio – hai sbagliato trasmissione, sei più rimbambito di me …” “Nunzio caro, devi sapere che mentre tu entravi in ospizio e rilasciavi interviste io ancora lavoravo per altri dieci anni, facevo gli spot con Fiorello e se non fosse che qualcuno mi ha fermato avrei realizzato la nuova edizione del Rischiatutto, il RiSKYtutto…..” “Riscaitutto…? E che vuol dire, pensi che tutti ti capiscano sempre con tutte le papere e gli sfondoni che prendi…” “Ma cosa ne vuoi sapere Nunzio, quando è partito Sky tu eri già mezzo morto…” “Signori – interruppe Renata – smettetela, il pubblico ci guarda e potrebbero pensare chissà cosa di noi, tipo “guarda questi residuati bellici, questi zombi….” “Hai ragione Renata, allora passiamo al programma della serata … “”Sì cari amici vicini e lon…” “Arieccolo – dice Mike – fai dire a me che sono ancora aggiornato….” “Signori e signore, questa sarà una serata eccezionale e emozionante, sono qui di nuovo con noi alcuni tra i più grandi protagonisti di Sanremo – dice Renata” “grandissimi (Nunzio)” “Stai zitto Nunzio, per favore, lascia parlare me, questa sera alcune tra le nostre più prestigiose stelle fisse creeranno un’atmosfera molto particolare, ricanteranno a modo loro e con la professionalità che li distingue le canzoni vincitrici degli ultimi 15 anni del festival… E’ vero, siccome si stavano rigirando nella tom….” “Ma cosa dici Mike, il solito sventato…” “Va bene signori, parlo per entrambi, ….ecco a voi il programma della serata:

Domenico Modugno canta SENZA TE O CONTE

Claudio Villa canta L’UOMO VOLANTE

Marisa Sannia canta FIUMI DI PAROLE

Sergio Endrigo canta SENTIMENTO

Paola Musiani canta SENZA PIETA’

Maria Carta canta TI REGALERO’ UNA ROSA

Mino Reitano canta ANGELO

Betty Curtis e Tony Del Monaco cantano COLPO DI FULMINE

Rocky Roberts canta LA FORZA MIA

Bruno Lauzi canta LUCE

Nessuno di questi interpreti accettò con leggerezza di esibirsi con tali canzoni, ma alla fine gli fu promesso il paradiso in cambio di questo piccolo sacrificio: cantare una canzone veramente brutta che nelle loro mani si sarebbe potuta trasformare in qualcosa di veramente prezioso. Alcune canzoni non trovarono un volenteroso interprete, ad esempio VORREI AVERE IL BECCO non la volle nessuno perché tutti la trovarono veramente idiota, ad esempio fu chiamato anche Tony Astarita a cantarla, anche se non aveva fatto mai Sanremo, e al suo diniego tentarono di convincerlo a cantare LUCA ERA GAY, e poi ancora LA VERITA’ (Eluana); a quel punto Tony raccontò di aver incontrato proprio la ragazza, che lo aveva diffidato ufficialmente, davanti ad altri famosi defunti come Buscaglione, Mario Riva, Noschese, Macario e Peppino de Filippo, ad accettare l’invito.

Tra il pubblico si potevano intravedere, seminascosti in mezzo alla folla, Lucio Battisti, Dalida, De Andrè e Wess (che erano tornati solo per incontrare Dori Ghezzi), Mia Martini, Lolita, Gabriella Ferri (che all’ultimo momento diede forfait per COLPO DI FULMINE, subito sostituita da Betty Curtis), Umberto Bindi, Alessandro Bono, Gene Pitney, Frankie Laine e Timi Yuro, e in un angolo buio, mesto per tutta la situazione e come a dire, “Ma chi me lo ha fatto fare a morire per questo schifo di festival”, Luigi.

Modugno fu commovente e fantasioso come sempre e rese la canzone della Minetti una meravigliosa e romantica passione, toccando il cuore per il senso di assenza e di mancanza che evocava, aprendo le braccia e le mani come a creare lui stesso un sentimento che non c’è.

Claudio Villa non si regolò come al solito e piegò L’UOMO VOLANTE alla sua possente vocalità, canzone delicata con un tappeto orchestrale e nelle sue corde diventò forte e penetrante, veramente cantata: con quella voce apparentemente impositiva poteva invece riuscire ad esprimere sentimento e tenerezza. E ci riuscì; peccato che il suo pubblico lo poté apprezzare solo dal cielo e le sue mature fan già tutte scomparse da quel dì, e in sala fu apprezzato solo da alcuni reduci collezionisti. E così anche Radaelli si rassegnò al suo successo.

Marisa Sannia, sebbene reduce da un repertorio molto più pregevole, accettò con la consueta delicatezza e apparente modestia di cantare una delle canzoni più brutte del festival. Nella sua bocca quella canzone si venò di sfumature dorate e sembrò diventare una canzone veramente piacevole e accorata. Quanto poteva mancare una voce così particolare nel grigiore dei Sanremi del 2000.

Sul palco le successe Sergio Endrigo. Accettò di cantare una delle canzoni solo a patto di poter scegliere quella che a suo avviso sembrava la più onesta e intellettualmente valida, e gli fu proposta SENTIMENTO degli Avion Travel. Endrigo la piegò alla sua voce calda e un po’ legnosa rendendola più significativa, forse perché il pubblico risentiva l’eco di quelle canzoni sì veramente bellissime che Endrigo aveva portato ai primi posti del festival, ma Renata Mauro ricordò anche le altre, ADESSO SI’, ELISA ELISA, UNA STORIA, che da sole sembravano almeno quaranta volte più belle di quella che stava cantando ora.

La Musiani aveva fatto un solo Sanremo e per questo fu veramente contenta di cantare la canzone della Oxa. Dice Paola: “Certo questa canzone è la più brutta che ha cantato la Oxa in tutta la sua carriera, ma io ho bisogno di pubblicità e visibilità, inoltre si presta alla mia voce intensa tra gola e stomaco; posso renderla più “interiore”, più … particolare.” La Musiani sembrò ora una grande cantante, riconoscimento che ai suoi tempi nessuno le dava; bella, particolare e magnetica come nessuna delle cantantine della nuova generazione e dei talent.

Maria Carta fu introdotta da Bongiorno e fu un po’ polemica per l’esclusione ancora prima di partecipare dall’unico Sanremo a cui si candidò; accettò di cantare la canzone di Cristicchi perché era un testo un po’ di sinistra come si sentiva ancora lei e perché in quel rappato “confessato” poteva trafondere un po’ delle sue litanie e filastrocche sarde. Il risultato non fu poi così malvagio e la grande Maria Carta uscì dal palco con molti applausi, e avendo ben interpretato La toccante vicenda di pazzia descritta dalla canzone. Si disse che avrebbe potuto vincere se ci fosse stata la gara.

L’esibizione successiva fu la più azzeccata, e ANGELO fu veramente ben indossata da Reitano. Nessuno avrebbe detto che l’autore era un ex Timoria, un ex dark, e Mino fu così convincente, con la sua voce un po’ venata di pianto, che il pubblico si alzò in piedi per applaudirlo con tutta la forza, come se la bambina di cui si parlava non fosse figlia di Francesco e di Ambra ma la sua. La sua uscita dal palco fu faticosa perché gli applausi non finivano più.

A Betty Curtis con la sua voce cristallina e a Tony Del Monaco un po’ alla Morandi un po’ tirato toccò il grande onore di cantare una canzone della roca Gianna Nannini, COLPO DI FULMINE, come la Ponce e Tonno, con la differenza che loro due erano di ben altra pasta, con tutto quello che gli si poteva dire e fecero una meravigliosa rilettura della canzone. Un impasto vocale ottimo. Dal Sanremo 1967, dove avevano cantato in coppia, il pubblico tributò loro un notevole e sentito assenso, una boccata di ossigeno, un elogio dell’onestà artistica e sincerità.

Rocky Roberts fece una versione rythm’n blues di LA FORZA MIA. Certo, la canzone era sempre quella povertà che si era sentita, ma cantata da lui, con quel ritmo e quella presenza scenica (senza escludere il “fisicaccio”) sembrò un’altra canzone, e non di questa epoca.

Infine a sorpresa venne sul palco il grande Bruno Lauzi. Nunzio Filogamo ricordò la sua unica partecipazione, ma anche i suoi successi da autore, ALMENO TU NELL’UNIVERSO, e nel pubblico inquadrarono Mimì che applaudiva e sorrideva soddisfatta.

Lauzi toccò il cuore e fece ricordare il periodo d’oro della collaborazione con Mogol e Battisti, perché questa canzone, LUCE, cantata da lui era qualcosa di più, e non sembrava neanche opera dello sbruffone Zucchero.

I tre presentatori rientrarono e diedero il commiato al pubblico. Forse sarebbe stato l’ultimo spettacolo, e sarebbero ritornati nei loro luoghi di provenienza. “Miei cari amici vicini e lontani, buonanotte ovunque voi siate”. “Allegriaaaa” “Saluto con molto affetto i telespettatori che ci hanno seguito…”.

3 commenti:

CBNeas1968 ha detto...

Il tuo racconto mi ha coinvolto, mi ha divertito, mi ha commosso: un sapiente gioco - omaggio a professionalità estintesi prima o dopo per le inesorabili leggi di natura, figure della cui mancanza il mondo odierno dello spettacolo deve rendere conto giorno per giorno, soprattutto dopo la recente carnevalata rivierasca.
Ti propongo una sorta di "continuazione" del tuo racconto: quali furono le reazioni dei media a questo evento ? Cosa disse Sandro Ciotti nel suo puntuale collegamento per il Giornale Radio dell'Empireo ? E gli illustri giornalisti accreditati, come Salvatore Biamonte, Paola Dessy ed altri esperti del mondo canoro indecisi se restare tra i Cherubini ed i Serafini oppure seguire l'esempio di Lucifero ? Dai, racconta... !
Un grande abbraccio da
Cesare

Le note di Euterpe ha detto...

Il tuo articolo mi è sembrato quello sulla più bella edizione del festival: i miei complimenti. Sai mica dirmi come mai non hanno partecipato Stefano Rosso ed Ivan Graziani? Saluti, Vito

margot ha detto...

grazie mille Vito Vita. Il mio "sogno" è ambientato al salone delle feste del Casinò ed è legato al mio vissuto. Non sono quindi emersi naturalmente artisti pur validi come Stefano Rosso e Ivan Graziani che sono passati per il festival in tempi più "recenti" (appena 30 anni fa!!! Rosso e poco meno Graziani) e all'Ariston. Cari saluti.