lunedì 19 ottobre 2009

Silenzio.... canta Charles! (Aznavour in Italia: Gli Album)



Un grande grandissimo descrittore dei sentimenti che si celano dietro i comportamenti e le relazioni. Un analista della psicologia femminile dal punto di vista maschile. Un grande chansonnier, francese sì nel vestito, nell’effetto, ma corposo e anche sanguigno nella delicatezza dei sentimenti. Francese nell'espressione, ma ben distinto per passionalità e sensibilità dal decadentismo un po’ malato dei cantautori francesi suoi contemporanei. Tant’è che definirlo cantautore è un po' un delitto, essendo un poeta, un musicista e, aspetto non trascurabile, un vero cantante e un interpete delle sue canzoni. Anche musicalmente attinge ad una gamma molto più vasta e ricca di generi musicali, mantenendo uno stile inconfondibile. Aznavour è uno di quei prodotti “preziosi”, ogni canzone un gioiello, che fa riflettere ma anche pensare,”ah anche lui lo dice” e in quel momento è una carezza consolatoria. Un mondo “dentro”, sorprendente e meraviglioso. La sua storia musicale, Shahnour Vaghinagh Aznavourian, armeno e francese d'adozione, essendo figlio di musicisti (il padre si esibiva nella trattoria di famiglia) ebbe in qualche modo la strada già segnata, e in tenera età, a tre anni, spinto dai genitori a cantare su un palco, ricevette il primo applauso. Fece una notevole gavetta nel dopoguerra affermandosi in Canada, per poi rientrare alla conquista della Francia con la determinazione di diventare un personaggio. L’incontro con la musa Edith Piaf fu decisivo e fu lei a dargli la spinta per decollare nella carriera solista: era la fine degli anni ‘50. Ha avuto numerose storie sentimentali e unioni matrimoniali, diversi figli dalle varie mogli, e non sono mancati drammi. Le sue canzoni sono state tradotte in molte lingue e hanno venduto con un’esplosione di successo in tutto il mondo, inclusi Stati Uniti. Meritando i nomignoli di “Charles Aznavoice” o di “Frank Sinatra della Francia”. Tra queste un posto d’onore anche in Italia, dove, anche se fu realmente un solo album ad avere un vero successo di vendite, ebbe, ha avuto ed ha ancora (per chi ha gusto e memoria) un posto d’onore nell’olimpo dei grandi.

Il periodo RCA

Nel periodo in cui la Barclay era distribuita dalla RCA furono pubblicati due volumi, AZNAVOUR Italiano, verosimilmente nel biennio 1963-64, dato che la data non è riportata sul disco. Oltre ai pezzi realizzati con le basi orchestrali degli originali francesi, principalmente la grande orchestra di Paul Mauriat e tradotti in italiano allora non dal solo Calabrese ma da Sergio Bardotti, Luciano Beretta e Mogol, Aznavour reincise in Italia con l’orchestra di Ennio Morricone ben sei pezzi; arrangiamenti, a dire il vero non del tutto azzeccati, troppo “Morricone” e senza confronto con le bellissime orchestrazioni dei francesi.

In queste due raccolte era già altissimo il livello dei brani, anche se in diversi casi furono rimanipolati successivamente per offrire delle versioni più fluide ed efficaci, come nel caso di L’AMORE E’ COME UN GIORNO, DOPO L’AMORE, TI LASCI ANDARE, e soprattutto DEVI SAPERE, qui presente con un testo piuttosto brutto di Beretta, successivamente riscritto da Giorgio Calabrese.


Altre perle da non dimenticare: CHI, BUON ANNIVERSARIO (più volte ripubblicata negli album successivi), L’AMORE E LA GUERRA, LA MAMMA, NE DEDUCO CHE T’AMO, RIFUGIATI NEL PIANTO.





DALL'OLYMPIA I GRANDI DELLA CANZONE FRANCESE - CHARLES AZNAVOUR

Anno non rintracciato ma presumo 1966 o 1967. Distribuzione RCA. Bella raccolta di originali francesi tra cui LA BOHEME, QUE C'EST TRISTE VENICE, ISABELLE, L'AMOUR EST COMME UN JOUR, ecc. Paul Mauriat su tutti i brani.






ALBUM SIF

Forse del 1968-69 (anche questo non riporta data), contiene, oltre a brani in versione originale francese (tra cui JE N'OUBLIERAI JAMAIS, L'AMOUR, QUAND ET PUIS POURQUOI) due brani in versione italiana: ORAMAI bellissima, ma soprattutto LA TUA LUCE, splendida poesia, che sembra voler rendere magiche e un po’ soprannaturali sensazioni più umane, vere e terrene.




CHARLES AZNAVOUR IN DIRETTA ALL'OLYMPIA (SIF)

Clone di un album francese con un concerto tenuto dall'artista all'Olympia il 19 gennaio 1968. Bellissime esecuzioni. Su tutte LES ENFANTS DE LA GUERRE e la medley SA JEUNESSE+HIER ENCORE. Meravigliosa e toccante ET MOI DANS MON COIN. Forte e fiera LE CABOTIN.


CHARLES AZNAVOUR E LE SUE CANZONI (Barclay)


1970. Una sorta di “anteprima” del più felice album successivo, contiene un mélange di suoi cavalli di battaglia in versione originale (L’AMOUR EST COMME UN JOUR, IL TE SUFFISAIT QUE JE T’AIME…) e le prime versioni italiane di brani come COM’E’ TRISTE VENEZIA, L’ISTRIONE, qui con un suono di cattiva qualità (a causa di una cattiva trasposizione delle basi musicali originali francesi) e un cantato meno convincente delle versioni che reincise poco dopo per “E Fu Subito Aznavour”. E’ comunque emozionante ascoltarle anche se meno riuscite. Arrangiamenti di Paul Mauriat. LA MAMMA. Cosa dire di questa canzone che potrebbe essere straziante e che invece rappresenta il dolore in una maniera quasi etica, di costume. Come questi grandi autori riuscivano a parlare degli aspetti più drammatici della vita senza essere banali, prevedibili, ipocriti! ISABELLE, splendida (ricordiamo la versione di Dori Ghezzi, niente male? Lontana anni luce dalla banalità che da Casatschok in poi le si appiccicò addosso…). Per concludere, grande LA BOHEME, la più "francese" e parigina tra le sue canzoni, qui in italiano non replicata in altri lp. Il testo forse era già pronto e Gigliola e chi per lei dovettero faticare non poco per convincere Aznavour a concederle di inciderla.


E FU SUBITO AZNAVOUR

1970. Questo è l'abum che rese veramente popolare Aznavour. Ben realizzato, scelta tra i suoi migliori pezzi e successi francesi degli anni precedenti, qui realizzati con un'ottima produzione di suoni, interpetazioni impeccabili, testi senza esagerare perfetti. Bella anche l'idea della copertina e del titolo che invitano a un interesse più profondo e non di passaggio per il personaggio. Orchestrazioni Denjean, Gaubert, Mauriat. Canzoni indimenticabili e un album, voglio esagerare, per l'eternità. DEVI SAPERE, L'ISTRIONE, COM'E' TRISTE VENEZIA, IERI SI', per finire con TI LASCI ANDARE e ED IO TRA DI VOI.



MORIRE D'AMORE

1971. Per questo album c'è un ottimo post di Orlando sul sito del Vampiro. E umilmente rimando.


QUANDO LA CANZONE E’ ARTE (Barclay)

1971. Splendide canzoni, neanche a farlo apposta. NON LO SCORDERO’ MAI, meraviglioso “racconto”, lungo, struggente, lento, meticoloso nel non preoccuparsi di annoiare. Meravigliosa canzone. L’album ha un registro completamente diverso dal precedente. Malinconico, velato, in minore. Le canzoni sono di varie epoche ma recuperate da Aznavour perché passate inosservate. BUON ANNIVERSARIO su tutte (già in RCA), uno spaccato così veritiero di una situazione intima e convenzionale, un giorno particolare che diventa un giorno qualsiasi, e tutto il disagio, l’ansia, il panico di chi non riesce a godersi un giorno che dovrebbe essere invece gioioso e importante. Tutti i testi di Calabrese escluso IL SOLE VERDE TORNERA’ di Pallavicini e QUESTA GIOVINEZZA di Bardotti e, sempre meravigliosa, LA TUA LUCE, con il testo di Claudio Daiano, una canzone che mi spacca il cuore. CHI, bellissima. E altre 3 del periodo “RCA”: E TU STRAFAI, NE DEDUCO CHE T’AMO, QUESTA GIOVINEZZA. Segno che queste canzoni erano assolutamente senza tempo. Come lo sono tuttora.Arrangiamenti di Mauriat, Morricone, Gaubert, Denjean.


CANTO L’AMORE PERCHE’ CREDO CHE TUTTO DERIVI DA ESSO

1972. QUEL CHE NON SI FA PIU’, una elegante e ironica rappresentazione dello scontro generazionale, dell’aggressività in contrasto alla delicatezza, dello sfogo del ballo scatenato rispetto a quello romantico, della sensualità e aggressività contro la delicatezza, della rudezza del possesso alla sottigliezza della seduzione. Questo fu un Hit, e se pensiamo a quello che circola adesso ci rendiamo conto di quanta qualità passasse nelle canzoni di massima diffusione.

QUEL CHE SI DICE, delicata e sottile autonarrazione di un omosessuale e le relazioni con il mondo intorno a sé e la sua interiorità. Una sottile tristezza ma senza autocompiacimento. Riappare I FIGLI DI GUERRA, una canzone del periodo precedente ancora non tradotta; tanto amore in confronto alla crudeltà della guerra, e qui fa parlare l’anima dei “figli della guerra”, di chi ha vissuto la guerra sulla propria pelle, nel sangue, nel cuore. E per chiudere la splendida A MIA MOGLIE, uno squarcio di vita che emana vita da tutti i pori, tra passato presente e futuro.

Il grande Giorgio Calabrese si sente e rilegge Aznavour (anche se molto fedele all’originale) con il suo stile. Un grande autore anche nell’uso delle parole può far sentire la sua influenza e, in questo caso, la sua eleganza. E questo è il bello di queste canzoni. Come Aznavour è in francese e suona in francese non suona in italiano, perché chi lo fa “suonare” ha un suo stile inconfondibile. Aznavour ha cantato in inglese e ha inciso per l’etichetta di Sinatra, la Reprise. Uno dei suo appellativi è “Il Sinatra francese”.


IL BOSCO E LA RIVA

1973. Anche questo album raccoglie pezzi più recenti e pezzi di data più anziana non ancora tradotti. IL BOSCO E LA RIVA, la title track, è la storia di un’avventura con una adolescente, tra passione e proibizione, segreto, solitudine, assenza, distacco, e infine nostalgia.

Riappare ISABELLE (che Dori Ghezzi aveva cantato su un testo di Alberto Testa) qui con il testo di Calabrese.

Graziosa MI VEDEVO GIA’ che parla degli artisti illusi, visionari e falliti, che vivono nell’idea fatua di una loro grandezza e fanno la fame e con un pizzico di stravagante orgoglio e un po’ di presunzione (già presente nel periodo RCA).

NOI ANDREMO A VERONA (tanto per rimanere in zona …) piena di romantici sogni e progetti che non si realizzano e nostalgia per chi ci ha lasciato e amiamo lo stesso (“Ora che non avrò né Verona né te”)… Ancora QUEL CHE NON SI FA PIU’ in una versione "tagliata" a cui è stata tolta tutta la parte “pop” e rimasta la parte “romantica”. A MIA FIGLIA, un brano di 6 anni precedente ma non ancora tradotto. E poi L’AMORE, raffinata ed elegante.

Infine NON HAI PIU’, impietosa e un po’ crudele disillusione da cantare agli irriducibili che non si rassegnano al tempo che passa, e alla mancanza di efficacia del loro fascino irriducibile “non hai più quello che vuoi far credere tu… stringi femmine quanto vuoi tu ma ne devi pagar la virtù … in contanti”.

Sei arrangiamenti di Paul Mauriat precisamente tratti dagli originali francesi dei pezzi che vengono dagli anni ’60.


DEL MIO AMARE TE

1975. Guida tutto l’album l’hit “She” nella versione italiana LEI, bel pezzo classico di ampio respiro, un classico, anche se non ha l’originalità delle canzoni “eccellenti” di Aznavour. L’album è una sorta di raccolta di vecchi pezzi riarrangiati da Del Newman (DEVI SAPERE, IERI SI', ecc.), un repéchage tout court, J’ATTENDS in italiano, ASPETTO TE, già negli album RCA con l’arrangiamento di Paul Mauriat. Interessante TEMPO, realistica, puntigliosa e profonda allo stesso … tempo. E ancora DEL MIO AMARE TE, IERI SI’, ORAMAI. Sinceramente, anche se è sempre un piacere ascoltare Aznavour, il disco soffre delle forzature e della pretesa dei nuovi arrangiatori anni '70 di voler per forza rileggere i pezzi in una nuova chiave con arrangiamenti troppo asciutti che alla fin fine uccidevano le canzoni. Peggio ancora con il missaggio, che con i criteri dell’epoca tendeva a spegnere tutta la brillantezza dei suoni (gli anni '80 saranno ... la vendetta!). Niente a che vedere dunque con i vecchi arrangiamenti che sugli stessi pezzi avevano fatto i grandi direttori d’orchestra alla Paul Mauriat.


CHARLES AZNAVOUR (Philips)

1977. Forse il primo vero album tra quelli descritti, nel senso di insieme di pezzi concepiti per un album. Tutti i testi di Giorgio Calabrese, arrangiamenti stavolta contemporanei ma ben fatti, e naturalmente un po’ freddi, così Aznavour diventa più songwriter e interprete di lusso, un po’ distaccato e non sanguigno e passionale come di solito. Uomo più maturo e distaccato, ancora ironico, anche se sempre e comunque riflessivo. Unica eccezione, COMPAGNO, due storie parallele, di due uomini legati dal passato e da comuni esperienze ma con due differenti esiti: per uno una brillante carriera, per l’altro la prigione.

Da citare la bella COME UNO STUPIDO, in linea con il migliore Aznavour.



UN NATALE UN PO’ SPECIALE

1978. Quanto di meglio che un disco di Natale di canzoni composte e cantate da Charles Aznavour. I testi italiani sono di Lorenzo Raggi. Riesce a non essere banale, anzi a realizzare un perfetto accostamento che in alcuni punti diventa fusione, tra religiosità, paganità dei festeggiamenti, intimità infantile e fanciullesca. Un Natale per i bambini, per gli adulti e per gli adulti sempre un po’ bambini. Splendido come sempre. Bellissime canzoni, forse uscite in un momento in cui i sentimenti erano diventati più freddi, così in Italia come altrove. E non è da escludere l’aspetto commerciale in un momento in cui un autore così intenso poteva avere meno presa sui gusti del pubblico. Un disco nel genere, così intenso, così caldo, non poteva essere capito. Forse fu realizzato un po’ di fretta, se, come sembra strano, in copertina tra gli autori non appare l’autore italiano e i pezzi non sono nello stesso ordine del disco. Belle in particolare NATALE TEMPO FA, HOSANNA, ma anche le più movimentate NATALE ‘CHEZ MIMI’ e PAPA CALYPSO. In tutto il disco si sente un versatile eclettismo musicale, dove il classico Aznavour si veste di dixie oppure di mambo.


Questa "passeggiata" si ferma qui. Aznavour ha e avrà inciso altri dischi in lingua italiana (ESSERE, AVE MARIA, LA PRIMA DANZA, CANZONI DA LEGGERE E DA CANTARE, MOMENTI SI' MOMENTI NO), e chissà che in futuro non si trovi il modo di parlarne.

4 commenti:

margot ha detto...

Caro Anonimo. Come ho già detto altrove non posso purtroppo pubblicare il tuo commento. In quanto anonimo naturalmente. Se hai qualche critica da farmi c'è il mio indirizzo email, e in tal modo ti posso rispondere al meglio sapendo con chi sto parlando. Per il resto va tutto benissimo e ti ringrazio.

margotlesbica ha detto...

tutto scopiazzato dal web niente di tuo torna a cuccia.

margot ha detto...

Non ti posso neanche insultare visto che hai usato il mio nome e mi tornerebbe contro, tuttavia il termine lesbica non mi si addice, gli uomini mi piacciono ben assai. Per quanto riguarda l'insinuazione, ti posso assicurare che non ci sono discografie illustrate di Aznavour italiano in web. Avrei voluto tanto "scopiazzare" ma non ci sono riuscita. Auguri!

Anonimo ha detto...

Bellissimo lavoro, brava margot!