
Non siamo nati per vivere di ricordi, ma a volte ci risale il mistero della vita attraverso i ricordi. E, niente di più esaltante che pensare a quelle emozioni ricorrenti evocate da alcune storiche e irresisitibili trasmissioni televisive. Tra queste “Canzonissima” era senz’altro, tra le trasmissioni “stagionali”, quella che caratterizzava di più le serate domestiche e familiari. Seguendo quello che mi suggerisce il mio cuore (che, voglio essere presuntuosa, sbaglia solo quando non mi sento compresa) Canzonissima era una sorta di lungo e ricco animale, un lungo treno che dall’inizio delle scuole ci accompagnava al Natale; e come a consolarci della fine di questa festa tanto amata da noi bambini (per via del calore e dei vari e misteriosi Babbi Natale e Befane) la finalissima di Canzonissima rappresentava un malinconica fine di questo autunno-inverno costellato di emozioni, ma anche una consolatoria conclusione che incoraggiava ad affrontare l’inverno più duro e più triste (gennaio-febbraio e a volte, climaticamente, marzo) e ad arrivare con l’anima salva (sic! Ma niente Faber) alla primavera. Ad accoglierci e sostenerci in seguito sarebbero stati il freddo e crudele Sanremo e nella prima primavera il delicato ma meccanico Disco per l’Estate. Ma torniamo a Canzonissima. Ho scelto le cinque edizioni dal 1966 al 1970 perché sono quelle che ho vissuto con maggiore intensità. Quasi con amore. Dall’inizio alla fine. Spesso avevo grandi delusioni per l’eliminazione di un mio idolo, anche se mi piace, ora, dopo più di 40 anni, rendermi conto, con maggiore obiettività, di alcune finezze, che bambina presuntuosa e partigiana com’ero, non potevo vedere. Questo perché la mia lamentela principale era che in finale arrivavano sempre gli stessi cantanti e vincevano sempre gli stessi. Che era anche vero, ma questi cantanti erano comunque dei grandissimi cantanti e il fatto di ritrovarsi in pochi a una più serrata competizione finale (quando si era partiti in tanti) li rendeva comunque un’élite di talenti “popolari”; perché chi votava erano le stesse persone che compravano il biglietto e chi comprava il biglietto erano le stesse persone che competevano con milioni di altre per poter diventare milionarie. Questi cantanti, monotonamente sempre finalisti, con la loro competizione rendevano più o meno fortunati i possessori dei biglietti. Si diceva che i vari Villa, Berti, e poi gli Al Bano, i Reitano e poi più tardi la Fratello, erano rocciosi massicci del voto delle signore anziane, ed effettivamente la composizione della rosa finale era sempre in prevalenza “tradizionale”. Senza parlare delle cartoline che spedivano le case discografiche, ma che a mio avviso non potevano competere con le quantità industriali che arrivavano su certi nomi (Morandi, Villa, Berti) e non potevano avere un qualche effetto se non su nomi di livello secondario. Ovviamente è la mia idea.
Queste cinque edizioni sono interessanti da confrontare e già rivelano certi spostamenti di popolarità da uno all’altro artista. Così nel corso degli anni si poteva notare il livello di popolarità di Claudio Villa rispetto a Gianni Morandi, e poi tra Gianni Morandi e Massimo Ranieri, con una breve concessione nei ’70 a Nicola Di Bari. Certo in questa lottizzazione di posti in finale e di vittorie non si può sapere con sicurezza quanto fosse pesante l’influenza delle case discografiche e quanto potessero essere truccate le vittorie quando ad esempio (come nel caso di Dalida e Nicola Di Bari) il verdetto delle cartoline fu ribaltato dalle giurie.
Non si può inoltre non citare la conduzione delle cinque edizioni da parte di personaggi di grandissima levatura, la ‘Scala Reale’ del 1966-67 da Peppino De Filippo nella doppia veste di conduttore asettico e distaccato e del pasticcione e buffo ‘Pappagone’. Della ‘Partitissima’ 1967-68 con Alberto Lupo e i due grotteschi e parossistici Franco Franchi e Ciccio Ingrassia. Della Canzonissima ’68 con la grande Mina, Walter Chiari e Paolo Panelli, un trio veramente efficace contro ogni aspettativa. La Canzonissima ’69, talmente costosa e ricca da suscitare le prime critiche sgangherate di un’Italia che cominciava ad accusare un calo di ricchezza e gli attacchi del sinistrismo sessantottino e delle stragi; edizione anch’essa di grandissimo livello con Dorelli e Raimondo Vianello, e le gemelle Kessler. Le due Canzonissime ’70 e ’71 più economiche, familiari, tutte coscia Carrà e deliziosa, semplicità e malcelata goffagine del grande Corrado; con nel ’71 i siparietti del grande Alighiero Noschese. Di queste grandi trasmissioni, non possiamo non percepire la geniale semplicità creatività, la freschezza, la carica di energia e di autenticità che non poteva non essere frutto di un immenso e infaticabile lavoro di ‘dietro le quinte’. Una ricchezza tale che ci si poteva permettere di trasmettere lunghe e noiose sequenze per le operazioni burocratiche per l’estrazione dei biglietti, o altro del genere; segno che il pubblico era più paziente perché già appagato da un livello qualitativo generalmente alto; cosa che adesso sarebbe impensabile, pensando alle attuale trasmissioni psicologicamente pressanti, senza un vuoto, senza una minima caduta, piene zeppe di… nulla.
SCALA REALE (1966-67)
“Aglio, fravaglio,
fattura ca nun quaglio,
corna, bicorna,
capa r’alice
e capa r’aglioGli esperti nel settore dicono che, per funzionare alla perfezione, la formula deve essere seguita da tre sputacchiatine e tre gesti di corna fatti con ambo le mani e volti all’ingiù.”
fattura ca nun quaglio,
corna, bicorna,
capa r’alice
e capa r’aglioGli esperti nel settore dicono che, per funzionare alla perfezione, la formula deve essere seguita da tre sputacchiatine e tre gesti di corna fatti con ambo le mani e volti all’ingiù.”

Questa era una “vera” formula antimalocchio che
Pappagone, il personaggio un po’pasticcione e grottesco, ma alla fin fine cocciuto e sfacciato (malgrado la sua impressionante ignoranza) rese nota a tutta l’Italia, insieme a una serie interminabile di sfondoni grammaticali e stravolgimenti semantici nonsense (specialità in cui in seguito Frassica diventò
maestro). Tanto ostinato da sposare nello sketch dell’ultima puntata la bella ragazza “misteriosa” di “Scala Reale”. Il grande Gian
ni Agus una spalla grandiosa e insostituibile. La gara fu molto bella e particolare. Due squadre guidate da due cantanti di livello più alto, Domenico Modugno, Little Tony, Gene Pitney, Sergio Endrigo, Claudio villa, Aurelio Fierro, Ornella Vanoni, Nunzio Gallo, Gigliola Cinquetti, Nini Rosso, , Gianni Morandi, Nilla Pizzi, Dalida, Bobby Solo, Michele, Françoise Hardy, si scontravano in ogni
puntata con l’appoggio di tre cantanti “minori”. Tra i minori c’erano naturalmente grandi futuri talenti o nomi interessanti: Donaggio, Gaber, Berti, Villani, Betty Curtis, Sannia, Franco Tozzi, Zanicchi, Bongusto, Identici, Papete (poi Mario Guarnera), Ranieri, Dorelli, John Foster, Edoardo Vianello, Luigi Tenco, Evy (futura Belle Epoque), Goich, Germani, Amedeo Minghi, Fontana, Shayne, Patty Pravo (al suo esordio), Don Backy, e tanti altri. I capisquadra, oltre a cantare la loro canzone, erano impegnati in pregevoli sketch a tema, trasformando questa gara in un vero spettacolo nel quale i cantanti erano veri protagonisti e attori. Tra questi non si può dimenticare uno stupendo sirtaki che Dalida balla intorno a Luigi Tenc
o.





La finale continuava con il gioco delle squadre, che videro infine (per effetto delle cartoline pervenute) scontrarsi le due squadre di Gianni Morandi (LA FISARMONICA) e Claudio Villa (GRANADA). Il duello non fu favorevole a Gianni Morandi, per il quale non era evidentemente un momento fortunato se contestualme
nte subì la perdita prematura della bambina, Serena, che la Laura Efrikian doveva dare alla luce. Il reuccio ebbe la meglio con la trionfante GRANADA. Gli altri finalisti non sarebbero arrivati in finale se non per l’appartenenza alla loro squadra e fu l’ultimo anno che una cosa del genere poté accadere. Nella squadra di Gianni Morandi erano: Sandie Shaw (LO VUOLE LUI, LO
VUOLE LEI), Dino (PICCOLA, MIA PICCOLA), Romano VIII (MILLE PERCHE’). Nella squadra di Claudio Villa: Iva Zanicchi (MONETE D’ORO), Achille Togliani (SCELGO TE), Gianni Pettenati (CIAO RAGAZZA CIAO).


Occorre ricordare che i pezzi eseguiti erano eseguiti reincisi in RAI.
PROGRAMMA


L’edizione era guidata da
Alberto Lupo con un sipario comico
di Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, ma una delle cose più belle e spettacolari era la sigla iniziale, un irriproducibile e ricchissimo circo con un’ambientazione forse fin siècle. Tra le voci che eseguono coralmente la canzone (che non fu sigla da classifica) si riconoscono Enrico Maria Papes e altri Giganti.


La formula di Partitissima era sullo schema dell’ediz
ion
e precedente, con la differenza che in finale sarebbero arrivati tutti e sei i capi squadra senza i … gregari. I due personaggi che in qualche modo si distinsero e dominarono la situazione furono principalmente Dalida (DAN DAN DAN) e Rita Pavone (TU CUORE MIO). Questa aveva lasciato la RCA e appena firmato un
contratto da capogiro con la nuova casa
discografica, la Ricordi. Nel contempo, sebbene i suoi consensi in termini di voti/cartoline furono plebiscitari, si avvertiva una certa incertezza per la paura dell’effetto che poteva avere l’aver reso pubblica la sua relazione con Teddy Reno. E senz’altro una scarsa reale accoglienza nella nuova casa discografica dove già si respirava
un’aria difficile per un cattivo
rapporto tra le Edizioni e la Direzione artistica. Ma quella che fu una strana atmosfera di disfatta imminente non fu che il preludio della caduta a picco che si verificò nell’anno successivo per le sue quotazioni. Dal lato opposto su Dalida puntava la sua produzione italiana per cavalcare la triste tigre della sua sopravvivenza a
lla vicenda Tenco e al suo mancato
suicidio. Tra gli altri protagonisti un Modugno alla ricerca di un rilancio nella nuova casa discografica romana RCA (MERAVIGLIOSO), Claudio Villa (CONCERTO ALLA VITA), e, forse un po’ raccomandati in quel momento in questo ruolo, Bobby Solo (SIESTA) e Ornella Vanoni (NON FINIRA’), entrambi con canzoni d'autore, il pezzo di Bobby (forse un po' "estivo"...) di Alberto Anelli ed Herbert Pagani e quello di Ornella di Paolo Conte e Pallavicini. Nella finale Dalida scippò la vittoria alla Pavone (che aveva il primato di voti/cartoline) e a Claudio Villa, per effetto di un “provvidenziale” e generoso apporto delle giurie. Per la cronaca, la Pavone neanche pubblicò il 45 con la sua canzone, che l’anno successivo fu incisa da Wilma Goich con il medesimo arrangiamento.








Una breve carrellata degli altri cantanti “secondari”… Dino, Patty Pravo, Rocky Roberts, Don Backy, Pettenati, Sannia, Al Bano, Louiselle, Leali, Fontana, Julie Roberts, Ranieri, Di Bari, Tony Renis, Antonio Prieto, Tony Del Monaco, Sandie Shaw, Teddy Reno, Celentano, Françoise Hardy, Goich, Milva, Michele, Stevie Wonder, Sentieri, Rascel, Petula Clark. Fidenco, Caselli, Antoine, Villani, Endrigo, Astrud Gilberto, Del Turco, Bongusto, Nana Mouskouri, Di Capri, Donaggio, Spinaci, Martino, Gagliardi, Christophe, Identici, Berti, Lea Massari, Betty Curtis, Sylvie Vartan,
Nini Rosso, Lauzi, Boni, Adamo, Cinquetti, Little Tony, Pizzi, Dorelli, ecc. Un cast da pugno allo stomaco.

PROGRAMMA
Alberto Lupo introduce la gara. Aba Cercato testa i collegamenti con le giurie. Presentazione dei finalisti. Collegamento con Ippodromo di Tor Di valle e abbinamento ai cavalli per determinazione ordine di esecuzione. Ornella Vanoni. Rita Pavone. Domenico Modugno. Bobby Solo. Dalida, Claudio Villa. Abbinamenti biglietti vincenti ai cantanti. Balletto con presentazione ballerini. Alberto Lupo canta CERTE VOLTE. Franco Franchi e Ciccio Ingrassia. Votazioni giurie. Aba Cercato legge la classifica finale e proclama il vincitore.
CANZONISSIMA ‘68
“Zu
m Zum Zum” e tutti i cantanti in gara allineati, equidistanti e… coperti sembravano per qualche illuso i protagonisti dell’appuntamento del sabato sera, in realtà, come nell’esercito, più si è allineati e paralleli, più si è sottoposti. Il vero generale di questa edizione era Mina. Perfi
no i due partner intrattenitori/comici erano in una certa competizione e complementarietà tra loro, Walter Chiari e Paolo Panelli. Ma lei era la protagonista assoluta, con quel pizzico di disinteresse e modestia un po’ altolocata e di consapevole superiorità, dominio naturale e indifferenza verso le possibili polemiche che si indirizzavano verso il suo ruolo. Cantò di tutto, una specie di Studio Uno e (più tardi) Teatro 10, usando Canzonissima come passerella di altissimo livello, in un momento in cui artisticamente la cantante era in grado di dare il massimo in quanto libera di produrre le sue canzoni in una casa discografica finalmente solo sua. A ciò si aggiunga una particolare intensità generata in questo periodo (a mio avviso ovviamente) dai suoi drammi personali e familiari ( e non trovo necessario riassumerli).










PROGRAMMA
Canzonissima CINE. Sigla. Claudio Villa. Orietta Berti. Al Bano. Caterina Caselli. Gianni Morandi. Patty Pravo.
Enza Sampo’ e gli abbinamenti dei biglietti vincenti ai cantanti. Walter Chiari (monologo). Collegamento con centro smistamento cartoline (Aba Cercato). Mina. Paolo Panelli e la Sora Cesira. Balletto con Mina. Walter Chiari. Mina (Medley). Collegamenti con le giurie: Paolo Villaggio Pippo Baudo. Enzo Tortora. Gianni Boncompagni. Mike Bongiorno. Aba Cercato legge i risutlati della gara. Chiari e Panelli. Proclamazione del Vincitore.
CANZONISSIMA ‘69
Q
uest’edizione di Canzonissima, astratta dal tempo, potrebbe essere riletta come una delle migliori. Lì per lì si presentò come una sofisticata e ricchissima macchina un po’ fuori dal tempo. Le cose stavano già notevolmente cambiando. La raffinatezza di un grande uomo di spettacolo come Johnny Dorelli (fino ad allora e anche nelle edizioni successive solo partecipante), la genialità, l’eleganza, il grottesco, dell’irresistibile Raimondo Vianello, la bravura della Gemelle Kessler, non bastarono ad evitare alla trasmissione critiche e una nebulosa aria di colpevolezza, tipica di una corrente di valori moralistici, fino allora non così potenti, che cominciarono a farsi strada. Le Kessler d’altronde non furono certo una scelta felicissima (sembra che Mina rifiutò il bis), essendo legate proprio a quel primo quinquennio degli anni ’60 che ora sembrava diventare oggetto di riprovazione. La scenografia eclatante e gli specchietti di Cesarini da Senigallia, che ancora negli anni non si riesce a snidare completamente, facevano il resto. 


Al nastro di partenza molti cantanti dell’edizione precedente, ma ad emergere, tra i non ammessi alla finale, senz’altro le due rivelazioni dell’anno: Nada e Rosanna Fr
atello. Insieme, la consacrazione a big di Massimo Ranieri, che accede per la prima volta alla finale. Da sottolineare il tonfo di Rita Pavone, con popolarità in discesa verticale dopo il lieto evento in agosto, e di Patty Pravo che rileva un lieve calo rispetto al trionfo dell’anno precedente e che non potrà cantare nelle semifinali la canzone che Battisti le aveva donato, PER TE. 


Il cast sembra un po’ più povero dei tre anni precedenti: Leali, Shirley Bassey, Don Backy, Ombretta Colli, Little Tony, Miranda Martino, Mal, Dori Ghezzi, Fontana, Astarita, Bobby Solo, Robertino, Dalida, Maurizio, Lara St.Paul,
Tessuto, Zanicchi, Di Capri, Sylvie Vartan, Reitano, Sannia, Herbert Pagani, Endrigo, Rocky Roberts, Milva, Gaber, Betty Curtis, Bongusto, Dino, Villani, Nino Ferrer, Michele.

Battisti già in scaletta riesce a svicolare; assenti la Vanoni, la Cinquetti e la Caselli.
I finalisti rivedono Modugno rientrare in piena forma in lizza con la bellissima MA COME HAI FATTO (il nuovo c
orso delle canzoni con un lungo parlato, LA LONTANANZA, COME STAI; ma TUTT’AL PIU’ non sembra una canzone scritta per Modugno?); AL BANO ha una sua canzone (MEZZANOTTE D’AMORE), la povera Berti UNA BAMBOLA BLU del solito “trio”, Massimo Ranieri, per la prima volta in finale, SE BRUCIASSE LA CITTA’, Claudio Villa con IL SOLE DEL MATTINO, Gianni Morandi, che vince per la seconda volta con MA CHI SE NE IMPORTA.


T
anto per rievocare l’atmosfera del momento, la puntata del 12 dicembre non fu trasmessa per l’attentato di Milano alla Banca nazionale dell’Agricoltura a Piazza Fontana.

Presentazione. Parodia in film. Presentazione finalisti. Domenico Modugno. Al Bano. Orietta Berti. Claudio Villa. Massimo Ranieri. Abbinamenti biglietti / cantanti. Raimondo Vianello e Sandra Mondaini. Balletto più Gianni Boncompagni. Paolo Villaggio. Dorelli e Vianello. Dorelli canta con Kessler. Collegamenti con le giurie. Vianello. Proclamazione del vincitore.
CANZONISSIMA ‘70










PROGRAMMA