mercoledì 5 agosto 2015

LA VACANZA DEI BASTARDI (Reload)




Merdy voleva a tutti i costi un cagnolino per il suo bambino Pusto, e Caccavo Sterchini, un po’ contro voglia, l’accontentò. Così in casa Sterchini entrò Frix, un bastardino fox terrier e volpino, furbo e intelligente, con un quoziente di intelligenza sicuramente più alto della somma dei tre Sterchini messi insieme! Pusto aveva qualche barlume di lucidità ma l’influenza della ocaggine della madre e della pochezza del padre bastava a spegnerlo. Frix aveva capito bene quanto fosse povero e gretto Caccavo, e per questo non gli risparmiava dei piccoli dispetti. Frix agiva mentre Caccavo dormiva, senza mai essere visto quindi non punibile. Caccavo riposava e Frix gli smembrò a morsi le pantofole ai piedi del letto in vari pezzi per poi ricomporle perfettamente come fossero sane. Caccavo scese dal letto, le indossò assonnato, ma dopo aver fatto tre passi si accorse di essere scalzo e che le pantofole erano rimaste lì, in brandelli. Non visto, Frix ogni giorno sistematicamente accendeva il televisore e con le zampe sul telecomando sprogrammava tutti i canali, infine staccava la spina con i denti. Immaginiamo la gioia di Caccavo, specialmente se stava per iniziare la partita della sua squadra, la Strazio. Altro scherzetto, Frix con il pacchetto delle sigarette di Caccavo in bocca, lo apriva, faceva uscire solo la parte dei filtri, le mordeva tutte insieme spezzandole all’altezza del filtro, e con un colpo di zampa le faceva ricadere dentro perfettamente al loro posto; cosicché quando Caccavo tirava fuori una sigaretta e poi un’altra, e un’altra e un’altra ancora, gli rimaneva il filtro in bocca e il resto della sigaretta che penzolava. Per l’ultimo tiro feroce che gli fece, Frix utilizzò un suo “personale” (si fa per dire) nemico. Brox il rottweiler vicino di casa che lo odiava e che ogni volta che lo incrociava per strada strattonava il suo proprietario facendogli fare una specie di sci volante, mentre Merdy, o Pusto o lo stesso Caccavo correvano come pazzi con Frix in braccio e Brox che ruggiva alle calcagna. Frix pensò bene di approfittare di un pisolino pomeridiano di Caccavo per strofinarsi in tutti i modi sui suoi pantaloni, leccarli, farcirli e condirli variamente in modo che Caccavo avesse in tutto e per tutto il suo odore. Cosicché quando Caccavo ignaro uscì per tornare a lavoro e incrociò Brox col suo padrone a Brox bastò un leggero dilatare di narici per sentire l’odore dell’odiato Frix e “Uroaaarrr”, fu in un attimo ad avventarsi contro Caccavo che cercò invano di raggiungere casa, ma quando ci riuscì aveva gli abiti a brandelli, contuso ovunque e più volte morso.
Cosicché quando arrivò giugno e Merdy gli disse “Caccavuccio, quest’anno porterai la tua dolce Merdy a fare una bella vacanzina nel più splendido e mondano dei luoghi, la crema del jet-set, a Porto San Piffero?” a Caccavo, sebbene morto di fame e squallido ma ambizioso, perché una vacanza così si poteva raccontare e suscitare l’invidia di amici e conoscenti, a Caccavo , dicevamo, si iniettarono gli occhi di sangue e pensò che finalmente era arrivato il momento giusto per liberarsi del detestabile Frix. Frix notava che mentre si preparavano i bagagli e valigie borse ipod sdraio e ombrellone venivano caricati in macchina, nessuno pensava a prendere le sue cose, la ciotola, la cuccia e i suoi “skrock” per la colazione, eccetto Pusto, che prendeva le cose del cane, le portava in macchina mentre Merdy le riprendeva e meticolosamente riportava in casa. Anzi, Merdy prese gli “Skrock” e li gettò al cassonetto. Alla partenza Caccavo fece salire di dietro Pusto e Frix, mentre Merdy addobbata con sgargianti occhiali da sole e cappellino, si accomodò al suo posto naturale, davanti. La macchina si arrampicò su una strada di montagna tutta curve, boschi, dirupi, e mentre Frix stava per sentirsi male e si metteva la zampa sullo stomaco, a una curva più triste e sinistra Caccavo rallentò fino a fermarsi, senza spegnere il motore, scese e si fece vicino allo sportello posteriore, lo aprì, Frix aveva uno sguardo atterrito, Caccavo lo prese per il collare, Frix si aggrappò alla maniglia interna dello sportello con tutte e due le zampe insieme, Caccavo tirava, la maniglia si staccò, Caccavo prese Frix e lo scaraventò fuori con un calcio, chiuse lo sportello, risalì in macchina, e via.
Frix a terra si rialzò sconsolato, fece qualche lacrimuccia, ma poi non si perse d’animo, passavano poche macchine di lì e prima tentava di fermarle buttandosi davanti, quelle dopo una frenata e una sterzata riprendevano la marcia. Dopo prese a rincorrerle ma invano. Fece un paio di chilometri e pensò che cominciava ad avere fame e sete, improvvisamente da un cespuglio uscì fuori una cagnetta bianca con un fiocco rosa, sembrava inferocita e gli saltò sopra mordendolo dietro il collo e picchiandolo con la zampa; Frix urlava “lasciami, non è colpa mia, perché mi fai ciò, sei così carina, ecc.ecc.” Finny, così si chiamava, mollò la presa, gli leccò il morso, gli si mise davanti e gli disse: “Tu sarai il mio uomo (!!!) Insieme faremo colpi e rapine, assalteremo i turisti, ricordi Bonnie & Clyde”? “Sì ma mi sembra che fecero una brutta fine…” Frix era un po’ spaesato e perplesso ma persuaso dalla grinta e dalla decisione di Finny, la seguì come in un’avventura. Finny, oltre che volitiva, era anche una cagnolina affascinante e sexy, e Frix comincò a pensare che la crudeltà di cui era stato vittima in fondo gli aveva aperto una strada a una vita più ricca e imprevedibile.
Intanto Caccavo e Merdy avevano proseguito la loro marcia, con Pusto frignante “… mmh voglio Frix…” “Non piangere Pustolino bello, la tua mamma dolce te ne comprerà uno ancora più bello e intelligente” E Caccavo “Sì sì ha ragione la mamma, quel Frix era un brutto cane, indisponente e puzzolente” “Certo, tu non lo portavi mai a lavare!” rispose Pusto. E poi cosa farà, cosa mangerà, dove dormirà…???” “Non ti fare problemi, Pustoluccio, intervenne Merdy, con voce nasale da oca, gli animali in natura trovano il cibo, sai, cacciano altri animali più piccoli, mangiano qualche frutto selvatico, bacche, radici… A volte, sigh... vengono mangiati da un altro animale più grande e più feroce… la mamma ti insegna delle belle cose importanti, sai …”
Mentre dicevano così un rumore di sasso colpì la coppa dell’olio e la sfondò, un secondo sasso colpì una gomma facendola scoppiare e oltre una successiva curva una serie di sassi grandi e appuntiti si paravano sulla strada, Caccavo non riuscì ad evitarli, lo sterzo cominciò a non rispondere, la macchina si fermò e fece una grande fumata; infine un grande masso colpì il parabrezza mandandolo in frantumi e un urlo lacinante di Merdy squarciò il silenzio della montagna, mentre Pusto si rifugiò sotto il sedile. Un’orribile banda circondò l’auto: il capo, Gnapo, era un feroce mastino napoletano, al suo fianco, Pisk una ferocissima dobermann, Brut un rottweiler bianco, terribile con occhi arancioni, Pampino, un pitbull tedesco e spietato; i quattro erano accompagnati da altri sette cani, tra cui uno spinone, un cane lupo, un askie, e persino un barbone e una yorkshire; inoltre Squitt, un criceto afgano diventato feroce roditore, Bish il cobra, Mamma la scimpanzè che lanciava massi e guidava da autista esperta, Denty il coniglio, maldestro e tutt’altro che pauroso, infine Romy il gattaccio strabico che i cani avevano ben accolto e tollerato perché con un solo colpo con le due zampe anteriori riusciva a estrarre gli occhi delle vittime. Tutti abbandonati gli anni precedenti e diventati solidali contro la razza dei villeggianti. Le macchine venivano assalite (e i colpi andavano quasi sempre a segno perché era in quella strada che si usava abbandonare animali) e i villeggianti venivano estratti a morsi dalle macchine ed erano fatti oggetto delle più atroci vessazioni; le macchine brutte venivano spinte nel dirupo, su quelle belle e grandi la banda saliva al completo, Mamma la scimpanzè al volante li portava in vacanza. Caccavo fu preso da Pampino per il cranio ed estratto dalla macchina mentre Pisk gli strappava i pantaloni e da brava femminuccia lo mutilava, Squitt gli mangiava le orecchie e Bish gli aspirava un braccio. Di Merdy si occupò invece il boss Gnapo che la sodomizzò mentre i sette cani le strappavano il cuoio capelluto, Denty il coniglio le mordeva il viso e la tirava per il naso mentre il cobra, impegnato su due fronti, con la coda avvolta intorno alle gambe la immobilizzava. Il piccolo Pusto fu scovato da Brut e Pampino ai quali fece pena e quindi costretto a camminare a quattro zampe e ad abbaiare, fu arruolato dalla banda. Finito il festino rimanevano un occhio di Merdy su un albero (trofeo di Romy) una scarpa di Caccavo in mezzo alla strada, qualche osso buttato qua e là, la macchina fu spinta giù dal burrone, e la banda salì su un bellissimo fuoristrada che aspettava dietro il cespuglio, sequestrato ad altri villeggianti; Mamma la scimpanzé al volante, tutti con cappellini, occhiali, ammennicoli balneari, Squitt attaccato allo specchietto, Bish acciambellato al tetto e Denty aggrappato al finestrino , sporto con il muso e i suoi denti da coniglio, e con un toupé biondo al vento fatto con lo scalpo di Merdy.
Più indietro Frix e Finny facevano autostop con l’idea di rapinare anche loro qualcuno, ma quando si fermò la prima macchina non ebbero più coraggio: una macchina dorata e incastonata con gemme preziose, dalla quale scesero Ambrosio e Sublima e il loro figlioletto Powerino con un grande sorriso “Cosa fate qui?” disse Ambrosio, e si avvicinò per accarezzarli. E così Sublima e il piccolo Powerino. Frix e Finny sentirono che era un incontro importante e potevano fidarsi. Ad Ambrosio e Sublima era morta da poco Lyra, la loro adorata e anziana Cavalier King Charles, che aveva condiviso con loro un lungo tratto di vita, casa, amicizie, amori, vacanze… Vacanze: sempre con loro, che ogni anno sceglievano di andare in un posto che rendesse felice anche lei. E forse avevano scelto quella strada con la speranza di trovare una nuova Lyra. Frix e Finny furono accarezzati, dissetati, sfamati con una mezza Fiesta per uno, la merenda di viaggio di Powerino; Ambrosio e Sublima pensarono che non potevano lasciare quella deliziosa coppia a terra. Così proseguirono il viaggio con loro. Una bellissima villa sul mare, in un giardino in cui Frix e Frizzy si rincorrevano euforici e giocavano. “Frix, disse Finny, però non era male l’idea di fare Bonnie & Clyde… " In quel momento passò Miau, il gatto persiano smorfioso e antipatico dei vicini, in bicicletta e i due si lanciarono abbaiando all’inseguimento. Lo assaltarono mordendo le ruote, così il gatto sbandò più volte e cadde con tutta la bicicletta urlando stizzito un “miauuuu…”. Frix e Finny ridendo a crepapelle e zompettando se ne tornarono soddisfatti al loro bel giardino: ogni giorno puntuali aspettavano il gatto e lo facevano cadere dalla bicicletta. Un pizzico di cattiveria, dunque, ci sta sempre bene.

Il Vero Commento!!!
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Ci sono situazioni tragiche che ormai sono vissute dalla maggior parte della gente in modo routinario; spesso per non sentire sofferenza o fastidio o il senso di impotenza che deriva dal ripetersi di situazioni irrisolte, si preferisce tenere la testolina sotto la sabbia. Quello che è ancora più grave è l’indifferenza della maggior parte delle persone verso certe situazioni, indifferenza gravida di menefreghismo e, direi, complicità. Ma cosa ci si può aspettare da gente che se vede una persona aggredita in strada fa finta di niente per paura di essere messi in mezzo (o peggio per la solita assuefazione indifferente)? Cosa ci si può aspettare dalle forze dell’ordine in seria difficoltà per gestire situazioni umane già di per sé difficili, gravi e drammatiche e senza il supporto delle altre istituzioni? Cosa ci si può aspettare da un sistema giudiziario che applica ottusamente le regole del garantismo senza tenere spesso conto della pericolosità della persona, che appena rimessa in libertà uccide? Gli animali sono considerati “animali”! Questo comportamento in generale è senz’altro legato alla cultura incentrata sull'uomo essere superiore ma anche e soprattutto alla cultura contadina. Più la società e la mente sono evolute e più l’animale è rispettato e diventa un membro della famiglia ed esso stesso accentua comportamenti “umani”. Senza pensare che anche l’uomo è un animale, anche se ha una mente dotata e di sconvolgenti capacità creative. Inoltre nessuna giustificazione per le violenze agli animali col fatto che queste violenze si verificano anche in natura. L’uomo ha scelto un modus vivendi differente, che non implica la legge della giungla; se non fosse così avremmo la possibilità di uccidere chi ci pare, ma per fortuna, anche se si sta abituando all’omicidio, non possiamo negare che ci crei almeno un turbamento. Se abbiamo accettato un sistema di vita differente, non possiamo non assecondare un sistema di rispetto per gli animali, perché questo rispetto in generale lo dovremmo avere per la vita, partendo senz'altro dal rispetto della vita umana, ma arrivando al rispetto dalla vita, di tutta la vita, in generale. Lasciando da parte il discorso degli animali che uccidiamo per nutrirci (ma quanta carne di questi animali morti per noi, buttiamo?), e lasciando da parte il discorso della vivisezione, barbarie attualmente ancora largamente in uso, un discorso speciale va fatto per gli animali che facciamo entrare nella nostra casa e diventano membri della nostra famiglia. Qui il paradosso. Perché questi individui abietti e insulsi preferiscono questa crudeltà di abbandonare un animale per strada piuttosto che rovinarsi o condizionare o solo adombrare la loro vacanza del cavolo? Che significa tutto questo in termini di valori, di quanto abbiamo a cuore le cose che ci stanno vicino, di quanto amiamo le stesse persone che ci circondano? Quest’anno mi è capitato più degli altri anni di vedere tantissimi animali sulle strade; strade ad alta densità di frequentazione, auto, camion, oppure strade dove la notte circolano animali selvatici, ad esempio lupi. Cagnolini da salotto, con un collarino rosso, su strade di montagna. Cosa credono queste persone? Che qualcuno lo raccolga il loro animale subito dopo l’abbandono? Che questi animali trovino il modo di sopravvivere sviluppando delle capacità che non hanno? Che in fondo tra una vita protetta e una da nomadi/barboni non ci sia differenza? A me non interessa analizzare la psicologia di queste persone. Trovo che siano degli esseri spregevoli e per questo ho attribuito loro il nome di residui organici. Non meritano altro e non sono altro. Se non altro perché nessuno li ha costretti a prendere un animale in casa. Gli animali domestici conoscono molto meglio di noi l’affetto, la dolcezza, la gratitudine. Ho pensato di scrivere una favola in cui questi individui ricevano immediatamente il benservito rispetto al loro gesto. Sicuramente, trattandosi di persone vigliacche, se sapessero di incontrare una banda di animali feroci (come purtroppo succede davvero, ma a farne le spese sono persone senza colpa e non questi criminali), ci penserebbero due volte. Pensiamo solo agli incidenti che causano. Pensiamo che solo i cani randagi sono 600.000 (a un milione si arriva includendo i gatti); l’85% degli animali abbandonati muoiono investiti entro la seconda settimana (circa 280.000 l’anno), 40.000 incidenti con 400 morti e 10.000 feriti. Ma bando all’ottusità e alla disinformazione dei commentatori anonimi (e un tantino idioti mi si consenta) che visitano in modo "interattivo" questo blog, non sono solo i cani ad essere abbandonati, ma per l’appunto, gatti, criceti, conigli, serpenti (sic!), scimmie, ecc. Le leggi ci sono, oltre al Codice Penale (art. 727), la Legge 189/04 che lo ha modificato, la Legge 281/1991 che disciplina il randagismo. E così le campagne del Ministero della Salute, meglio di niente (sorvolando sull'entusiasmo a mio avviso fasullo per i numeri dimezzati). Ma è a chi sta crescendo che dobbiamo trasmettere il messaggio: i figli di quelli che abbandonano rischiano di essere come loro. Per questo a Pusto, nella favola naturalmente, ho assegnato il destino di essere adottato dai cani.