venerdì 10 luglio 2009

Il Fascino Di Plastica



PREMESSA SULLA BELLEZZA

Bona o vecchia scarpa? Bella fica o cozza? Bella sgnacca o sgorbio? Eterna dicotomia tra persone piacevoli e spiacevoli, qui rappresentata impietosamente dall'irriverente linguaggio maschile. Quando si beve il caffè con il sale perché abbiamo scambiato la zuccheriera con la saliera storciamo la bocca. Quando ci regalano un dolce con la crema fatto in casa (a meno che la cuoca non sia negata) siamo pervasi da un’onda di piacere. Come facciamo allora a capire quando una persona è bella o è brutta? La Bellezza non si inventa. Il Fascino neppure.

Ma non sappiamo definire con precisione cosa sia la bellezza, possiamo solo dire se una cosa, o una persona, ci piace o no. Questo ci viene facile. Ma a volte neanche tanto, perché ci sono delle persone (o delle cose) che suscitano in noi delle sensazioni contraddittorie. Forse dipende da loro, chissà cosa hanno dentro. Sono belle ma sentiamo un disagio. Qualcosa ci disturba. Già da questo preambolo ci possiamo rendere conto che la questione non è così semplice.

Ad esempio, ci sono persone brutte e molto piacevoli e simpatiche; d'altro canto ci sono persone belle che mettono soggezione, che sono veramente antipatiche o addirittura insopportabili. Se poi vogliamo connettere bellezza a intelligenza c’è un bel dire. Il massimo è essere belli e intelligenti, ma anche aggiungerei maturi, intuitivi, sensibili. A questo punto, detto questo direi proprio, “la bellezza non è tutto”; anzi la bellezza, da sola, non significa nulla. Persino i grandi artisti, scultori, pittori ecc. ecc. non hanno mai rappresentato la bellezza in quanto tale, slavata, asettica. Michelangelo e Leonardo (sui quali magari si può dubitare dal punto di vista dello “schieramento”…) rappresentarono la bellezza in modo dinamico o addirittura “ambiguo”. Il messaggio dei grandi artisti è sempre significante: il soggetto umano, quale che sia, “emana” qualcosa.

Fatta questa premessa non si capisce perché invece l’attuale modello di “bellezza” sia diventato uno schema “plastico”, fasullo, teso all’eliminazione del “difetto“, e niente ha a che vedere con la “bellezza”. La “Bellezza” è qualcosa di veramente profondo. Una persona “bella” è una persona che manifesta nel suo aspetto una combinazione di ingredienti che hanno fatto di lei un essere vivente, per quanto “temporaneo”, destinato cioè a morire, un essere che “emana” un certo qualcosa DA DENTRO. Il suo essere "bella" viene da dentro e non è solamente una cosa meramente “estetica”. Tant’è che se una persona del genere non ha questo requisito interno, e ad esempio si veste male, o con poco gusto, è arrogante, o si crede di essere il famoso “stocavolo”, o come si dice nel centro sud “Ce l’ho solo io”, sicuramente non si può pensare che sia così tanto bella.

GIOVINEZZA

Quant’è bello essere giovani. Ma giovani si è perché si hanno pochi anni. Giovanili si è perché si ha uno spirito giovane. Giovanili perché il nostro aspetto rispecchia questa caratteristica di avere dentro un’anima, uno spirito giovane. Allora perché aver paura del tempo che passa? Il tempo passa. Si nasce, si cresce, si matura, si invecchia, si va altrove. Non si può sfuggire a questo processo “naturale”. Se ci si sente vecchi meglio pensare sono “vecchia” o “vecchio”, piuttosto che arrampicarsi in patetiche farse, mettersi una maschera, sfidare la severa lezione della vita, diventare delle mummie imbalsamate pur di non accettare che la vita è questo: il tempo passa, il corpo cambia. Non c’è niente da fare. Altra cosa è auspicare che la scienza prolunghi la vita. Questo in alcuni casi è già possibile. Ma dietro questo c’è una logica bella che è questa: la vita e’ bella, VOGLIO VIVERE DI PIU’. Altra cosa è curarsi, essere eleganti, nutrire il proprio aspetto con creme, il proprio organismo con cibi salutari e gustosi, e la propria anima con cose positive. Invece dietro il non accettare i propri cambiamenti fisici c’è solo una filosofia molto povera, molto misera: mi faccio tagliare, tagliare e ricucire perché non accetto che la vita mi imponga “il mio” cambiamento. Vado contro natura e impongo io le regole del gioco.

BISTURI

Lifting Frontale, Blefaroplastica, Lipofilling Zigomi, Rinoplastica e Rinosettoplastica, Lipofilling Labbra, Mentoplastica. Questo per rimanere al viso. Ma andiamo sul seno: Mastoplastica, additiva o riduttiva, e Mastopessi. Sul corpo: Liposuzione Liposcultura, Addominoplastica, Lifting delle braccia e delle cosce, Gluteoplastica, Aumento dei polpacci. Ma visto che parliamo di bisturi, ci sono tante Altre tecniche che consistono in una mera introduzione nel corpo di deliziosi piccoli liquidini e trucchetti, che si chiamano: trattamenti laser, acido ialuronico, e botulino, interventi per aumento delle labbra, Couperose e Angioma. Ce n’è per tutti i gusti, anzi per tutti gli handicap delle menti malate di frivolezza e di vanità. Ben vengano queste tecniche se vanno a risolvere un vero problema, che so, di respirazione, di disturbi della pelle legati alla circolazione, ecc. ecc. Ma penso purtroppo che siano una minoranza. A questo business che ripulisce le tasche (tuttavia autoriempienti) delle signore bene, che costringe a indebitarsi quelle meno abbienti, che fa ricchi i maghi dell’estetica e le finanziarie, a questo business dicevo è dedita la bellezza contemporanea. Ed è un vero affare perché il tempo (che così si pensa di fregare) è comunque insesorabile e crudele, e costringe queste persone a ricorrere ciclicamente a ritocchi più o meno consistenti e costosi. I prezzi, senza entrare troppo nei particolari, variano dai 2.000 ai 12.000 euro, a seconda del tipo di intervento e di quanto sia disperata la situazione da rappezzare, ma, si sa, come i muratori alla fine ci chiedono gli extra, così il chirurgo estetico ha notevole presa sulla fallibilità dei soggetti, che altrimenti non ricorrerebbero a lui. C’è da dire che almeno le tecniche attuali sono spesso basate sull’utilizzo di sostanze autologhe, di norma grassi della stessa persona prelevati dall’addome, interno coscia, piega glutea, fianchi… Nell’era del silicone, all’inizio della febbre “estetica”, troppe sono state le vittime, condannate a circolare vita natural durante (a meno di interventi riparatori, peraltro non facili) con facce da mostro e labbra spaventose. Non era meglio tenersi la propria faccia, forse brutta ma almeno non deforme? Più di una volta mi è capitato di non saper cosa dire di fronte a una conoscente diretta che da un bel naso aquilino che aveva, mi mostrava ora uno slavato nasino francese. Molto meglio prima, pensavo, aveva perso la sua espressione, magari non bella ma interessante o piacevole di per sé.

Si vive nell’incubo del confrontarsi con dei modelli. E di vivere in un mondo che non stimola la persona ad accettarsi così com’è e a valorizzare le sue potenzialità. Ci sarà pure un motivo perché si nasce in una certa maniera, con una certa fisionomia; certo si può passare una vita a cercare di accettarsi, senza nessun risultato; donne con un naso grande, col culo basso, gambe corte o storte, seno piccolo e moscio, occhi insignificanti, capelli radi e fini, ecc. E così altrettanti uomini (anch'essi non meno vanitosi) con le spalle piccole, di bassa statura, magretti e poco muscolosi, e con qualcos’altro anch’esso tristemente piccolo. Non ho mai amato gli strizzacervelli, ma il peggio non è mai morto, e alla fin fine facevano meno danni loro (quantomeno, oltre alla testa delle persone, a un'intera cultura) dei chirurghi estetici.

CONCLUSIONE SUL FASCINO

Ho chiesto a un mio autorevole conoscente alcuni nomi di donne “affascinanti” del primi quarant’anni del secolo perché io ne ricordavo solo pochi. Il fascino. Potenza di attrazione e di seduzione. Per questo serve molto di più o perché no, molto meno di un chirurgo pietoso. Queste donne forse potevano essere belle o potevano non esserlo affatto, ma emanavano un qualcosa di irresistibile, che veniva da dentro e che si materializzava in segni poco definibili. Il fascino diventava aria e nebbia e non era fatto solo di carne e di passione fisica. Veniva direttamente da dentro, dalla loro vita.

Non ho né ammirazione, né stima, né pietà, per tutte quelle povere illuse, spesso presenzialiste e sempre presenti con il loro cicaleccio, delle quali non sia così facile capire quale fosse il loro aspetto originale. Tanto di cappello a donne (ne cito una a caso, Claudia Cardinale) bellissime nella loro vecchiaia come nella loro gioventù.